Le cose belle: Miglior documentario al Doc/IT Professional Award

Pubblicato il da Valentina Calabrese

Le Cose Belle un film di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, è il trionfatore del DOC/IT PROFESSIONAL AWARD come MIGLIOR DOCUMENTARIO ITALIANO DEL 2103 aggiudicandosi anche gli altri premi disponibili: PREMIO DEL PUBBLICO ITALIANO e PREMIO DEL PUBBLICO INTERNAZIONALE.

Il film, prodotto dagli stessi registi e da Antonella Di Nocera, Donatella Francucci e Donatella Botti e girato a Napoli nell’arco di 13 anni, è stato selezionato tra 90 titoli iscritti ed è stato considerato il Miglior Documentario italiano del 2013 secondo un comitato composto da 30 tra i maggiori esperti di documentario in Italia e da e un’Academy di oltre 100 professionisti.

Medie di voto altissime per questo titolo che ha sancito l’unanimità di consensi in Italia e in Europa dove il concorso ha coinvolto circa 10 mila spettatori, dichiarano i Direttori del Mese del Documentario, Christian Carmosino ed Emma Rossi Landi, per questo film che racconta la fatica e la bellezza di crescere al Sud in un film dal vero che narra tredici anni di vita... Quella di Adele, Enzo, Fabio e Silvana, raccontati in due momenti fondamentali delle loro esistenze: la prima giovinezza nella Napoli piena di speranza del 1999 e l'inizio dell'età adulta in quella paralizzata di oggi. E continuano sostenendo che accanto al proposito di rendere visibili film di alto livello tecnico e narrativo con visioni del mondo sorprendenti, tra gli scopi della manifestazione c’è quello di dimostrare che, avendone la possibilità, il pubblico italiano va volentieri in sala a vedere film documentari.

Si dice che il tempo aggiusta tutto… Ma chissà se il tempo esiste davvero? Forse il tempo è solo una credenza popolare, una superstizione, una scaramanzia, un trucco, una canzone. Il tempo si passa a immaginare, ad aspettare, e poi, all'improvviso, a ricordare. Ma allora, le cose belle arriveranno? O le cose belle erano prima?

Quando nel 1999 Ferrente e Piperno realizzarono Intervista a mia madre, un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai loro quattro protagonisti chiesero come si immaginavano il loro futuro: loro risposero con gli occhi pieni di quella luce speciale che solo a quell’età possiede chi ancora sogna “le cose belle” e con quell’auto-ironia tipica della cultura partenopea che li aiuta a sdrammatizzare, esorcizzare e, spesso, rimuovere gli aspetti problematici della loro vita. Al tempo stesso da quegli occhi traspariva una traccia di scaramantico disincanto. Forse perché la catastrofe imminente, sempre in agguato nella loro città, è una minaccia - nonché un alibi - che rende spesso le vite dei napoletani cariche di rassegnazione, e questo Adele, Enzo, Fabio e Silvana lo sapevano, per istinto e per educazione. Dieci anni dopo, passando dalla Napoli del rinascimento culturale, che attirava artisti da tutto il mondo, a quella sommersa dall’immondizia, i registi sono tornati a filmare i loro quattro protagonisti per un arco di quattro anni: oggi l’auto-ironia ha ceduto il posto al realismo, e alle “cose belle”, Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono più. O forse hanno imparato a non cercarle nel futuro o nel passato, ma nell’incerto vivere della loro giornata, nella lotta per un’esistenza, o sarebbe meglio dire, resistenza, difficile ma dignitosa: spesso nuotando controcorrente, talvolta lasciandosi trasportare.

Le Cose Belle è una produzione PIRATA M.C. | PARALLELO 41 | POINT FILM | BIANCA FILM con il sostegno di PASTA GAROFALO e il patrocinio di IPOTESI CINEMA e la collaborazione della FONDAZIONE BIDERI

Le cose belle: Miglior documentario al Doc/IT Professional Award
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post